La risposta nell’Imam Khomeini
Prima ancora che l’addetto alla ricetrasmittente avesse finito di parlare, hajj Hemmat, che sembrava stesse aspettando questa occasione da molto tempo, gli appoggiò le mani sulle spalle e, sorridendo, con gentilezza, gli disse: “Anch’io una volta ero come te e la mia mente era piena delle stesse domande, ma alla fine ottenni tutte le risposte dall’Imam”.
“L’Imam ha risposto alle sue domande?”
“Sì, l’Imam Khomeini! Era l’inizio della Rivoluzione e la guerra non era ancora iniziata. Con alcuni giovani della mia città ci recammo a Jamaran (località a nord di Teheran dove risiedeva l’Imam Khomeini r.a.) e chiedemmo di poter incontrare l’Imam. Ci dissero che era quasi mezzogiorno e che non erano più previsti incontri. Supplicammo: – Siamo venuti da lontano! -.
Alla fine in qualche modo ci lasciarono entrare. Eravamo in pochi e ci sedemmo tutti intorno a lui. Eravamo intenti ad ascoltare i suoi consigli, quando all’improvviso qualcosa colpì la finestra con violenza e uno dei vetri si frantumò. Nel sentire questo frastuono inatteso tutti balzammo in piedi, tranne l’Imam. Egli, senza scomporsi e continuando a parlare, girò la testa e guardò in direzione della finestra. Non aveva ancora finito il suo discorso, che si sentì la voce dell’adhan, immediatamente ci congedò e si alzò.
In quel momento compresi che tutti gli uomini hanno paura, infatti quel giorno tutti noi avevamo avuto paura, sia l’Imam, sia noi. L’Imam temeva che diventasse tardi per la preghiera, noi avevamo temuto il rumore del vetro infranto. Lui temeva Iddio; noi, altri che Iddio. Fu lì che capii che quando qualcuno teme veramente Dio, non ha più paura di altri che Lui, e chiunque tema altri che Dio, non ha timor di Dio.
Tratto dal libro biografico del martire Muhammad Ibrahim Hemmat “Mo’allem-e Farari”