Secondo quanto riferito, l’Arabia Saudita, tramite accuse inventate, sta pianificando di imporre dure condanne a quasi una dozzina di giovani sciiti di Qatif, regione ricca di petrolio, per coinvolgimento in attività terroristiche, mentre il regno continua a reprimere i musulmani sciiti e gli attivisti per la democrazia.
Il sito web libanese di notizie in lingua araba al-Ahed, citando fonti dell’opposizione, ha riferito che gli undici residenti del villaggio di Umm al-Hamam sono stati arrestati. L’arresto è avvenuto lo scorso anno dalle forze del regime durante un’operazione simile alle frequenti incursioni che le truppe conducono nella regione.
Le fonti hanno condannato le proposte dei funzionari sauditi contro i giovani come “un tentativo del regime di Riad di ricattare politicamente coloro che considera oppositori”.
Essi hanno continuato dicendo che non ci sono prove per incriminare gli imputati. Inoltre hanno sottolineato che si aspettano che i loro processi saranno molto iniqui e che saranno inflitte loro condanne severe sulla base di confessioni estorte sotto tortura.
Le fonti hanno inoltre affermato che la Procura intende ordinare l’esecuzione di uno dei giovani sciiti detenuti, identificato come Ali al-Alawi, e lunghe pene detentive per gli altri.
L’Arabia Saudita ha intensificato gli arresti, le azioni penali e le condanne per motivi politici di scrittori dissidenti e attivisti per i diritti umani pacifici, in particolare nella provincia orientale.
Tale provincia è stata teatro di pacifiche manifestazioni dal febbraio 2011. I manifestanti hanno chiesto riforme, libertà di espressione, il rilascio dei prigionieri politici e la fine della discriminazione economica e religiosa nei confronti della regione.
Le forze del regime hanno accolto le proteste con una pesante repressione aumentando le misure di sicurezza in tutta la provincia.
Il regno ha arrestato dozzine di attivisti, blogger, intellettuali e altri percepiti come oppositori politici. Questo sin da quando il principe ereditario Mohammed bin Salman è diventato il principe ereditario e de facto leader dell’Arabia Saudita nel 2017. Il regime inoltre mostra quasi nessuna tolleranza per il dissenso, nemmeno di fronte a condanne internazionali della repressione.
Di conseguenza, il regime ha giustiziato studiosi islamici. Inoltre ha messo dietro le sbarre e torturato attivisti per i diritti delle donne. Le libertà di espressione, associazione e credo continuano a essere negate.
Negli ultimi anni, Riad ha anche ridefinito le sue leggi antiterrorismo per prendere di mira l’attivismo.
Nel gennaio 2016, le autorità saudite hanno giustiziato il religioso sciita Sheikh Nimr Baqir al-Nimr, che era un esplicito critico del regime di Riad. Nimr era stato arrestato nel Qatif nel 2012.
[ Arabia Saudita: imporre dure condanne a giovani ]