Secondo quanto riferito, l’ex presidente yemenita Abd Rabbuh Mansur Hadi è stato costretto dall’Arabia Saudita a cedere i suoi poteri autoproclamati a un organismo di nuova costituzione, poiché sette anni di guerra volti a reinsediarlo non sono bastati per raggiungere l’obiettivo.
Il 7 aprile Hadi ha annunciato di aver delegato i suoi poteri al consiglio della “leadership presidenziale” e di aver destituito il vicepresidente Ali Mohsen al-Ahmar.
Domenica, il Wall Street Journal, citando funzionari sauditi e yemeniti anonimi, ha riferito che il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman (MBS) ha consegnato a Hadi un decreto scritto di trasferimento dei suoi poteri al consiglio.
Secondo il rapporto, Hadi ha attuato l’ordine dopo che alcuni funzionari sauditi lo avevano minacciato di rivelare ciò che dicevano fosse una prova della sua corruzione.
Il WSJ riferisce che i funzionari hanno confinato Hadi nella sua abitazione a Riad e gli hanno negato l’accesso ai telefoni dal giorno in cui ha annunciato le sue dimissioni.
L’annuncio ha fatto seguito ai colloqui sul conflitto yemenita tenuti dal Consiglio di cooperazione del Golfo Persico (GCC) presso la sede dell’unione regionale a Riad. Il movimento di resistenza popolare yemenita Ansarullah aveva boicottato il vertice, insistendo sul fatto che non si sarebbe recato in territorio nemico per dei colloqui.
La mossa di Hadi è arrivata anche pochi giorni dopo l’entrata in vigore di una fragile tregua di due mesi, mediata dalle Nazioni Unite.
L’Arabia Saudita ha accolto con favore la decisione di Hadi, esortando il consiglio ad avviare negoziati con il movimento Ansarullah.
Il regno ha anche affermato che disporrà 3 miliardi di dollari in sostegno all’economia dello Yemen.
Questo mentre il regime saudita è ampiamente accusato dell’attuale catastrofe umanitaria nello Yemen, dove circa l’80 per cento dei suoi 30 milioni di abitanti ha bisogno di una qualche forma di aiuto per sopravvivere.
Ansarullah ha affermato che la mossa di Hadi ha privato le Nazioni Unite della scusa per continuare a sostenere gli aggressori nella guerra a guida saudita che dura da sette anni.
“La comunità internazionale e le Nazioni Unite non hanno più scuse per continuare a usare il termine ‘governo yemenita riconosciuto a livello internazionale’ per massacrare la nazione yemenita e imporre uno stretto assedio al Paese arabo”, ha affermato il 7 aprile il portavoce di Ansarullah Mohammed Abdul-Salam.
Hadi una volta si era dimesso dalla presidenza all’inizio del 2015 e in seguito era fuggito a Riad nel mezzo di una rivolta popolare guidata dal movimento Ansarullah. Egli revocò le sue dimissioni una volta arrivato in Arabia Saudita.
Per reinsediare Hadi, nel marzo 2015, l’Arabia Saudita lanciò la sanguinosa guerra contro lo Yemen in collaborazione con alcuni suoi alleati e con il supporto di armi e logistica degli Stati Uniti e di diversi Stati occidentali.
L’obiettivo era riportare al potere il regime di Hadi e schiacciare il movimento di resistenza Ansarullah, che gestisce gli affari di stato in assenza di un governo effettivo nello Yemen.
La guerra si è fermata ben prima di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi, nonostante abbia ucciso centinaia di migliaia di yemeniti e trasformato l’intero Paese nella peggiore scena di crisi umanitaria del mondo.
Fonte: https://www.presstv.ir/Detail/2022/04/18/680515/Saudi-Arabia-forced-Yemen-Hadi-hand-powers-
[ Mansur Hadi è stato costretto a cedere i suoi poteri ]